
Martina Malnati
Biologa nutrizionista
Da bambina che sognava di fare la cuoca a Biologo Nutrizionista la strada è stata lunga, ma ricca di soddisfazioni. La stessa passione la metto oggi nel mio lavoro, poiché credo fermamente che una "dieta" sana ed equilibrata sia la base sulla quale costruire il nostro benessere. Aiuto le persone a impostare uno stile di vita che non necessita di rinunce ma da vantaggi salutistici a lungo termine, utilizzando un approccio integrato tra alimentazione sana ed esercizio fisico regolare.
Quanto ne sai sui Bifidobatteri?
I Bifidobatteri sono microrganismi che popolano l’intestino dell’uomo e vivono in equilibrio insieme a molte altre specie batteriche tra cui i Lactobacilli.
Conoscere e avere cura dei microrganismi che vivono nel nostro corpo è fondamentale per mantenere sano e in salute tutto l’organismo.
Questi infatti, svolgono un ruolo importante per il benessere perché sono in grado di regolare molti processi fisiologici e alcuni delicati meccanismi della risposta immunitaria.
Nell’intestino, ad esempio, risiede una popolazione di circa 400 - 500 specie di microrganismi che prende il nome di microbiota ed è proprio qui che si trova il 70% delle cellule del sistema immunitario.
Microbiota: cos’è e a cosa serve
Con il termine microbiota intestinale si fa riferimento a un complesso ecosistema di microrganismi costituito principalmente da batteri ma anche da virus e funghi che vivono nel tratto gastrointestinale. Qui svolgono un ruolo importante in molte funzioni metaboliche, regolando diversi meccanismi biochimici e fisiologici e garantendo salute e benessere.
La diversità delle specie batteriche e la ricchezza in microrganismi sono caratteristiche fondamentali per mantenere il microbiota sano. L’equilibrio del microbiota dipende da numerosi fattori tra cui: lo stile di vita, la dieta ma soprattutto la qualità degli alimenti che a sua volta dipende dal modo in cui sono stati prodotti, conservati e cucinati.
I Bifidobatteri e le sue funzioni
Tra tutte le specie batteriche che popolano l’intestino umano, i bifidobatteri sono tra i microrganismi più importanti per la salute dell’uomo e grazie all’interazione con altri ceppi batterici, possono regolare diverse funzioni metaboliche mantenendo i naturali processi fisiologici.
Sebbene nell’adulto rappresentino una percentuale relativamente piccola rispetto alle comunità batteriche totali dell’intestino, i bifidobatteri sono numerosi nei neonati, soprattutto se allattati al seno. Essi svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del sistema immunitario e delle capacità digestive del bambino.
Questi microrganismi infatti, entro le prime settimane dalla nascita, colonizzano rapidamente l’intestino dei neonati e grazie alla loro capacità di utilizzare oligosaccaridi, presenti appunto nel latte materno, arrivano vivi nell’intestino del lattante.
Dunque la prima funzione importante dei bifidobatteri è proprio quella di produrre metaboliti e creare un ambiente adeguato alla crescita di altre specie batteriche che colonizzeranno stabilmente l’intestino dell’adulto e che ci porteremo quindi dietro dalla nascita. Ecco perché i neonati allattati al seno generalmente ospitano un microbiota più complesso e numeroso rispetto ai neonati allattati con latte artificiale.
I bifidobatteri sono dunque dei batteri benefici che svolgono numerose funzioni:
- regolano il metabolismo degli zuccheri, compreso il lattosio, favorendone la tollerabilità;
- producono acidi grassi a catena corta e vitamine;
- favoriscono il senso di sazietà;
- proteggono l’organismo dalla proliferazione di batteri patogeni come Helicobacter pylori;
- svolgono una funzione antibatterica;
- regolano la risposta immunitaria nelle allergie, nelle malattie autoimmuni e nelle malattie infiammatorie intestinali, incluso il morbo di Crohn e la colite ulcerosa;
- prevengono l’obesità e la sindrome dell’intestino irritabile, oltre ad avere un’azione antitumorale, in particolare verso il cancro al colon-retto.
Come assumere i bifidobatteri
Data l’importanza di questi batteri per la salute dell’uomo, è importante assicurarsi che il microbiota intestinale sia sempre in buona salute e in equilibrio. Alcuni fattori come lo stress, cattive abitudini alimentari, l’assunzione di farmaci (in particolare antibiotici), il consumo di alcol, possono alterare la composizione del microbiota.
Questa condizione, che viene definita disbiosi, può avere conseguenze negative per la salute dell’uomo. La disbiosi intestinale infatti spesso causa resistenza insulinica, infiammazione e disturbi vascolari e metabolici che possono sfociare in patologie come: obesità,diabete, malattie cardiovascolari ma anche psoriasi, artrite reumatoide e allergie.
Questi preziosi microrganismi, possono essere introdotti attraverso una dieta varia e bilanciata che apporta i nutrienti utili per favorirne la crescita, ma anche attraverso uno stile di vita sano perchè evita o riduce la formazione di tutti quei fattori che possono danneggiarli o alterarne l’equilibrio.
È possibile favorire la crescita di bifidobatteri attraverso l’assunzione di probiotici e prebiotici.
Probiotici e prebiotici: che differenza c’è?
1. I probiotici
I probiotici sono microrganismi che nella maggior parte dei casi sono batteri lattici ma che, a differenza dei fermenti lattici, sopravvivono alle barriere naturali dell’organismo, si riproducono e colonizzano l’intestino diventando parte del microbiota con effetti positivi sulla salute.
I probiotici si trovano in preparazioni farmaceutiche specifiche, sotto forma di integratori, oppure sono addizionati ad alcuni alimenti, prevalentemente latticini e derivati del latte (yogurt e latte fermentato). Sia gli integratori che gli alimenti addizionati con i probiotici, devono essere prodotti nel rispetto delle normative della legislazione alimentare e riportare i ceppi e le specie batteriche presenti, le concentrazioni e le corrette modalità di conservazione. Solo così si può avere certezza che siano sicuri e possano essere venduti come tali.
Con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale i bifidobatteri, insieme ad alcuni batteri appartenenti ai generi Lactobacillus, Streptococcus ed Enterococcus e ad alcuni ceppi di lievito Saccharomyces sono stati incorporati in molti alimenti industriali che vengono perciò detti funzionali.
Ad esempio, il Bifidus è il nome di uno specifico probiotico che è stato aggiunto a una nota marca di yogurt che, a differenza dei fermenti lattici presenti naturalmente negli yogurt, arriva vivo nell’intestino ed è in grado di moltiplicarsi.
I probiotici dunque si trovano, oltre che negli integratori, principalmente nei cibi fermentati, nello yogurt addizionato e in alcuni latticini.
Yogurt
Lo yogurt è certamente l’alimento probiotico più conosciuto e consumato, ottenuto dalla fermentazione acida del latte operata dal Lactobacillus bulgaricus e dallo Streptococcus thermophilus.
Delle tante varietà che si trovano in commercio, è importante scegliere sempre lo yogurt bianco al naturale ovvero privo di additivi, coloranti e zuccheri (che al contrario potrebbero favorire la crescita di batteri intestinali dannosi).
Kefir
Simile allo yogurt e molto ricco di probiotici è il kefir: una bevanda a base di latte caprino o vaccino fermentato, ottenuto per mezzo di coltura. Ha un gusto acidulo, rinfrescante ed effervescente e risulta essere ricco di calcio, magnesio e fosforo. Il kefir inoltre contiene vitamina B2, vitamina B12 e vitamina D oltre a batteri benefici diversi da quelli dello yogurt.
Mentre lo yogurt contiene batteri benefici “temporanei” (che mantengono pulito il sistema digestivo e alimentano la flora che vi risiede), i batteri del kefir possono realmente colonizzare il tratto intestinale, un’impresa che lo yogurt sembra non essere in grado di compiere. Alcuni ceppi batterici che si trovano nel kefir sono Lactobacillus caucasus, Acetobacter species e Streptococcus.
Verdure fermentate
Oltre a yogurt e kefir, le verdure fermentate sono le migliori fonti disponibili di probiotici.
È possibile autoprodurre in casa delle verdure fermentate, ponendole in soluzione di acqua e sale, oppure consumando cetrioli e altri ortaggi in salamoia. Attenzione però: sono validi solo se le verdure sono state prodotte con la fermentazione in acqua e sale e non semplicemente mescolate con l’aceto.
I cetrioli sottaceto ad esempio assicurano molti benefici, contengono abbondanti quantità di vitamina K, vitamina C, vitamina B5 o acido pantotenico e minerali come manganese, magnesio e potassio. Inoltre, contengono anche lignani, sostanze di origine naturale che aiutano a potenziare le difese immunitarie e mantenere un cuore sano.
Un altro esempio di alimento ricco di probiotici e di più facile consumo è il cavolo cappuccio fermentato (crauti).
Il processo di fermentazione è operato da microrganismi lattici già presenti nel cavolo crudo, i quali sono i responsabili anche dell’azione probiotica di questo alimento che trasforma i cavoli in “crauti”, risultando più digeribili.
Rispetto al cavolo crudo, i crauti sono più ricchi di vitamine del gruppo B ma anche di sodio, poiché nel processo di produzione viene aggiunto il sale. Per garantire la conservabilità, dopo il processo fermentativo, i crauti vengono sottoposti a pastorizzazione o sterilizzazione che purtroppo riduce drasticamente la quantità di microrganismi probiotici vivi. Bisognerebbe quindi assicurarsi che i crauti non siano pastorizzati.
2. I prebiotici
Ci sono invece alcune sostanze, presenti naturalmente negli alimenti, che non essendo digerite a livello gastrico, raggiungono l’intestino e diventano nutrimento per i batteri, supportandone la crescita. Queste sostanze sono dette prebiotici e con questo termine si indica una vasta gamma di sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività metabolica di uno o di un numero limitato di ceppi batterici benefici presenti nel colon.
Frutta, verdura, cereali e altri vegetali sono fonti naturali di prebiotici in particolare pomodori, carciofi, banane, asparagi, aglio, cipolle, cicoria, legumi, semi di lino, avena, orzo e grano.
Il consiglio della nutrizionista:
I probiotici di solito vengono consigliati durante o dopo una terapia antibiotica per riequilibrare l’intestino. Ma sono utili anche in tutte quelle situazioni dove si presentano stanchezza ingiustificata, facilità ad ammalarsi e laddove vi siano difficoltà digestive e infiammazioni del cavo orale. Inoltre, la somministrazione di probiotici si rivela utile ed efficace nel trattamento della candida, nel caso di un’alimentazione disordinata, in caso di stress e tensioni psicofisiche.
Bisogna fare molta attenzione, però, alla conservazione di questi alimenti probiotici perché questi microrganismi sono vivi e sono molto delicati. Di solito è necessario mantenere la catena del freddo per evitare che i probiotici perdano la loro efficacia.
Fonti:
www.ilgiornaledelcibo.it
www.fondazioneveronesi.it